Rinunciare all'io, per che cosa ?

Gli "oratori" di Gallinaro parlano di rinunciare al proprio "io", questo è una cosa buona in se ma però c'è un grave pericolo in questo quando non si conosce Dio e quello che fa. Il rischio è che si può barattare un "io" per un "noi" che si oppone a degli altri, credendo di avere fatto una cosa buona, ma, in verità, questo "noi" è molto peggio di un "io" perché nasconde un "io" esaltato e rinforzato che cerca nel "noi" il potere che non poteva avere da solo, non a caso si cerca il "noi" che ci "somiglia" per opporsi a altri che non ci "somigliano" dunque il "noi" che non accoglie chi non ci "somiglia" crea divisione e si sa che la divisione viene da satana portatore di morte (questa è una storia vecchia come il mondo e basta guardare il notiziario per vedere il risultato funeste di questo atteggiamento nel medio-Oriente dove operano gli islamisti fanatici).

Questa stessa divisione viene proposta dagli "oratori" di Gallinaro che predicano di rinunciare al "io" per il loro "noi" peggiore (questo si capisce nella loro opposizione ingiustificabile al papa e alla chiesa), ciò dimostra che non conoscono Dio manifestato da Gesù Cristo, e anche se ne hanno sentito parlare o ne parlano, lo rinnegano nei fatti.

A differenza di quanto predicato da quelli di Gallinaro e dimostrato falso nei fatti, Gesù Cristo è l'unico "noi" che riconcilia in se gli opposti e per il quale si deve rinunciare all'"io" o a un "noi" satanico.
Per seguire Gesù Cristo bisogna rinunciare all'"io", non per esaltarlo in un "noi" peggiore ma per potere sempre accogliere il diverso, il nuovo, questo è l'unico modo per potere accogliere Dio che fa sempre ogni cosa nuova. ("E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci." - Apocalisse 21, 5).

Si può capire questo semplicemente quando nasce un bambino : ogni genitore vuole che somigli a lui per creare un "noi" contro gli altri (anche inconsciamente), però se non si vuole diventare "tiranno e assassino" del proprio figlio lo si deve prendere come viene e Amarlo com'è perché la sua vita gli viene da Dio.

Vediamo cosa dice San Paolo a proposito della divisione e del "noi" :
"[Gesù Cristo] infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito." (Efesini 2, 14-18)

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